U.O.S.D. Andrologia

foto carrino

COME RAGGIUNGERCI:
La struttura è ubicata nel padiglione E padiglione E

 

 

Infertilità maschile: una patologia sempre più diffusa – Report sul progetto andrologico “Da maschio a papà”

L’infertilità maschile rappresenta una patologia sempre più diffusa tra i giovani e l’ennesima conferma arriva dai risultati del progetto di ricerca in andrologia “Da maschio a papà” della Scuola Medica Ospedaliera della Campania (SMOC) in collaborazione con l’U.O.S.D. di Andrologia dell’Azienda Ospedaliera a Rilievo Nazionale “Antonio Cardarelli” di Napoli, diretta dal dott. Maurizio Carrino.
Il progetto si proponeva come uno strumento innovativo per la diagnosi e la cura dell’infertilità maschile. Circa 100 pazienti di età compresa tra i 26 ed i 46 anni hanno avuto accesso al progetto. Tutti gli uomini sono stati sottoposti ad una visita andrologica completa, ad un ecocolordoppler con misurazione della volumetria testicolare e dei tempi di reflusso nonché ad un esame computerizzato del liquido seminale per una valutazione avanzata del potenziale di fertilità. I dati emersi grazie a tale progetto sono alquanto disastrosi: in circa un terzo dei pazienti esaminati era evidenziabile un’alterazione più o meno severa dei parametri seminali. Nel 50% di essi tale alterazione poteva causare infertilità di coppia. Date le dimensioni del campione subfertile è ipotizzabile una correlazione con fattori tossici o stili di vita errati.
È dimostrato, infatti, che esiste una forte correlazione tra il fumo di sigaretta, l’abuso di alcool, l’uso di sostanze stupefacenti (cocaina, droghe sintetiche come ad esempio l’MDMA e i cannabinoidi) e le alterazioni del seme.
È inoltre ampiamente supportato dalla letteratura l’effetto nocivo sulla fertilità maschile da esposizione a tossici ambientali: metalli pesanti, policlorobifenili (PCB), ftalati e diossine sono solo alcune delle sostanze in grado di interferire con la regolazione della produzione gametica derivante da un delicato equilibrio ormonale tra ipofisi e testicoli. Tali sostanze, che di fatto sono degli interferenti endocrini, inibendo alcuni recettori ormonali causano gravi danni alla spermatogenesi con conseguente diminuzione del numero, della velocità e delle forme normali degli spermatozoi emessi durante il rapporto.
L’ecocolordoppler ci ha permesso di evidenziare patologie andrologiche che troppo spesso sfuggono al medico di medicina generale così come al paziente stesso; questo perché non destano alcuna sintomatologia clinica. Ci riferiamo in particolare al varicocele asintomatico, al testicolo non disceso e all’ipogonadismo cioè al ridotto volume dei testicoli.
Un’alterazione della morfologia gonadica è stata riscontrata nel 30% dei pazienti con netta prevalenza del varicocele clinicamente palpabile. In due pazienti con testicolo ritenuto nell’inguine è stata diagnostica precocemente una trasformazione neoplastica (seminoma tipico) che ha consentito una terapia chirurgica immediata ed un adeguato follow-up.
“È chiaro che tali patologie spesso emergevano durante la visita di leva militare consentendo un’identificazione della problematica in giovane età, mentre oggi il paziente giunge all’osservazione dell’andrologo quando inizia il desiderio di prole che avviene in età sempre più avanzata. Purtroppo, in molti casi il riscontro della patologia è tardivo e la terapia diventa inefficace”, affermano il dott. Carrino ed il dott. Marco Fasbender Jacobitti, referente del progetto di ricerca.
Per queste ultime considerazione ci appare indispensabile la prosecuzione di questo importante progetto per continuare a dare un’assistenza ultraspecialistica a chi desidera un bambino, in contrasto con l’inesorabile invecchiamento della popolazione.

 

INTERVISTA AL Dott. M. Carrino

https://www.youtube.com/watch?v=rvj4R2iU-Qk

 

DIAGNOSTICA E TERAPIA DI DISFUNZIONI SESSUALI ED INFERTILITA’ MASCHILE
INFEZIONI SESSUALMENTE TRASMESSE
DISTRURBI DELL’EIACULAZIONE
MALFORMAZIONI CONGENITE ED ACQUISITE DEI GENITALI
INDURATIO PENIS PLASTICA

LA UOC FORNISCE LE SEGUENTI PRESTAZIONI:
VISITA ANDROLOGICA
ECOCOLOR DOPPLER PENIENO DINAMICO
CAVERNOSOMETRIA E CAVERNO-TC
PENOSCOPIA
 
GREENLIGHT, IL LASER VERDE CHE CURA LA PROSTATA:
“Migliora la vita sessuale dei pazienti”
 
Nel corso del 90mo Congresso della Società Italiana di Urologia (Siu), in programma alla Mostra d’Oltremare dal 7 al 10 ottobre, è stato trasmesso in diretta dalle sale operatorie del Policlinico Federico II un intervento di trattamento laser per guarire l’ipertrofia prostaticabeningna (Ipb, che colpisce l’80% degli ultra 50enni italiani).
L’operazione, all’avanguardia, ha  utilizzato tecnologia “Greenlight”, un laser al triborato di litio. In anestesia spinale, prevede dimissioni in 24 ore. Si tratta del risultato di un recente studio italiano pubblicato su “International Urology and Nephrology”, promosso 99 pazienti su 100 operati: l’operazione garantisce anche un miglioramento della soddisfazione sessuale e della funzione erettile .
“La tecnica laser –  ha spiegato il dottor Maurizio Carrino, direttore della divisione di andrologia del Cardarelli, dove il laser verde è in uso – si effettua in endoscopia e vaporizza o vapo-enuclea con precisione millimetrica solo l’eccesso di tessuto prostatico, ristabilendo una normale minzione. L’istantanea coagulazione dei vasi che evita il sanguinamento, fa del laser verde lo strumento d’elezione per l’oltre 1milione di pazienti con gravi malattie cardiovascolari in cura con anticoagulanti e/o antiaggreganti, che ora possono essere operati in tutta sicurezza
senza mai sospendere la terapia salvavita”.
“Greenlight – prosegue Carrino – grazie all’evoluzione della tecnica, è ora in grado di operare maxi prostate di grosso volume, finora trattabili solo con la chirurgia open, con l’incisione cutanea, invasiva e con inevitabili complicanze. Non solo la sicurezza è assoluta, ma il progresso tecnologico consente oggi di effettuare biopsie durante l’intervento per escludere la presenza di cellule cancerose”.
 
iL LASER VERDE promosso da 99 pazienti su 100:
“guarisce” la prostata e protegge la sessualità

Il trattamento laser della prostata con Greenlight, il laser al triborato di litio, guarisce in anestesia spinale e con dimissione in 24 ore l’ipertrofia prostatica benigna (IPB), che colpisce l’80% degli italiani ultra 50enni. Il laser Greenlight consente di asportare adenomi prostatici ostruenti anche molto voluminosi senza ricorrere al bisturi. L’intervento si svolge per via endoscopica transuretrale (seguendo le vie naturali del corpo umano e quindi senza alcuna incisione della pelle); la fibra laser introdotta dal pene nell’uretra attraverso un sottile cistoscopio effettua la vapo-enucleazione e cioè la rimozione completa dell’adenoma, che viene ridotto in piccoli frammenti che vengono estratti dalla vescica e poi sottoposti all’esame istopatologico per escludere con la massima certezza l’eventuale presenza di tessuto canceroso. L’intervento si svolge in anestesia spinale, dura da tre quarti d’ora a un’ora e mezza (a seconda delle dimensioni dell’adenoma). Durante l’operazione, il controllo del sanguinamento è ottimale e i numerosi vasi prostatici vengono coagulati in modo mirato e selettivo. L’ostruzione urinaria è risolta in modo efficace e permanente, ristabilendo una minzione normale.

LO STUDIO

Un recente studio italiano pubblicato sulla prestigiosa rivista International Urology and Nephrology ha dimostrato che il “laser verde” è stato promosso da 99 pazienti su 100 operati e guariti. Altri dati clinici indicano un miglioramento della soddisfazione sessuale e della funzione erettile. La “luce verde” guarisce quindi la prostata ingrossata, salva il sesso e tutela il cuore, in quanto non richiede la sospensione di farmaci fluidificanti del sangue. L’istantanea coagulazione dei vasi che evita il sanguinamento, fa del laser verde lo strumento d’elezione per l’oltre 1milione di pazienti con gravi malattie cardiovascolari in cura con anticoagulanti e/o antiaggreganti, che ora possono essere operati in tutta sicurezza senza mai sospendere la terapia salvavita (come invece avviene con la chirurgia tradizionale). Anche di questo si parla al 90° Congresso della Società Italiana di Urologia SIU.
“La metodica – a totale carico del Servizio Sanitario Nazionale – è attiva nel nostro Paese in 30 centri, per un totale di 3mila interventi”, spiega il dott. Maurizio Carrino, direttore della divisione di Andrologia del Cardarelli di Napoli, presso cui il laser è in uso. “Greenlight, grazie all’evoluzione della tecnica, è ora in grado di operare maxi prostate di grosso volume, Da Prof. Aldo Franco De Rose – 9 ottobre 2017 finora trattabili solo con la chirurgia open (quella con l’incisione cutanea) invasiva e con inevitabili complicanze; non solo la sicurezza è assoluta, ma il progresso tecnologico consente oggi di effettuare biopsie durante l’intervento per escludere la presenza di cellule cancerose.”
“Per l’ipertrofia prostatica benigna con Greenlight siamo a un punto di svolta fondamentale”,sottolinea il prof. Giovanni Ferrari, primario di Urologia all’Hesperia Hospital di Modena, coautore dello studio apparso su Urology e responsabile del tutor group in Italia. “Siamo
ormai prossimi alla totale abolizione dell’intervento a cielo aperto, quello con il bisturi. Ben 99 pazienti operati su 100 si sono dischiarati soddisfatti sia dell’intervento in sé sia della scomparsa dei sintomi causati dalla patologia (difficoltà a urinare, insopprimibile urgenza e frequenza minzionale anche notturna, sensazione di incompleto svuotamento della vescica, ritenzione urinaria, bruciore alla minzione). Lo studio evidenzia anche l’evoluzione della tecnica Greenlight, che ha reso possibile l’intervento laser su prostate di notevoli dimensioni, fino a 250 grammi (la prostata sana pesa 15-20 grammi) finora operabili solo con la chirurgia open invasiva e con complicazioni (fino al 20% di rischio emorragico).
Rispetto agli interventi invasivi del passato, la percentuale di sanguinamento con il laser verde è scesa dal 15-20% all’1-2%. Questo ci consente di trattare anche pazienti affetti da gravi patologie cardiovascolari in terapia anticoagulante o antiaggregante, e quindi ad alto rischio in caso di chirurgia tradizionale Greenlight non causa danni ai nervi dell’erezione e della continenza urinaria in quanto agisce all’interno della ghiandola prostatica non toccando la superficie (è come svuotare un’arancia lasciando inalterata la buccia), là dove scorrono i nervi deputati alla funzione erettile e a regolare la continenza. Il laser verde – conclude Ferrari – offre un’immediata risoluzione dei sintomi e della minzione con un ricorso al catetere inferiore alle 24 ore. La maggior parte dei pazienti è dimessa dopo una notte di ricovero e riprende le normali attività nel giro di una settimana.”

Prof. Aldo Franco De Rose
Specialista Urologo e Andrologo, Genova e Roma – aldofdr@libero.it

 

 
Skip to content