U.O.C. Chirurgia vascolare ed endovascolare

DIRETTORE:
 
DIRIGENTI MEDICI:
dott.ssa PATRIZIA BALZANO – patrizia.balzano@aocardarelli.it
dott.ssa Ilaria FICARELLI – ilaria.ficarelli@aocardarelli.it
dott.ssa Nirvana MIGLIUCCI – nirvana.migliucci@aocardarelli.it
 
INFORMAZIONI DI CONTATTO:

Ambulatorio:
C.P.S.Infermiere Maria Bencivenga
C.P.S.Infermiere Candida Ponti
Segreteria Sig. Coppola Giuseppina tel./fax 0817474133

COME RAGGIUNGERCI:
La struttura è ubicata nel padiglione A piano 1 mappa a

Coordinatore Infermieristico: C.P.S. Esperto Giuseppina Di Costanzo

Infermieri:

C.P.S.I. Infermiere Paolo Caravella
C.P.S.I. Infermiere Angelo Colombo Desio
C.P.S.I. Infermiere Maurizio Cortese
C.P.S.I. Infermiere Giuseppina D’Angelo
C.P.S.I. Infermiere Pasqualina Di Vico
C.P.S.I. Infermiere Annamaria Gagliardi
C.P.S.I. Infermiere Emilia Grillini
C.P.S.I. Infermiere Lucio Grosso
C.P.S.I. Infermiere Anna Mazzone
C.P.S.I. Infermiere Rosaria Ruggiero
C.P.S.I. Infermiere Vincenza Sica
C.P.S.I. Infermiere Augusto Stefanini

OSS Anna Capriello

 

Sala Operatoria:


Infermieri:

C.P.S.I. Infermiere Lucia Allegro
C.P.S.I. Infermiere Enrico Esposito
C.P.S.I. Infermiere Stefania Esposito
C.P.S.I. Infermiere Marianna Gatta
C.P.S.I. Infermiere Luigi Gebiola
C.P.S.I. Infermiere Rosaria Lanza
 
OSS. Nicoletta Napoli 

 

Breve descrizione delle attività svolte, con allegati per approfondimenti

L’U.O.S.C. di Chirurgia Vascolare dell’ A.O.R.N. A. Cardarelli opera dal 2002 e assicura il percorso diagnostico-terapeutico delle diverse patologie vascolari periferiche di interesse chirurgico, arteriose e venose, ricorrendo alle più moderne modalità di trattamento endovascolare ovvero alla chirurgia tradizionale a cielo aperto.
Particolarmente elevato è il volume di attività della nostra Unità Operativa nel trattamento delle urgenze vascolari (aneurismi rotti, ischemie acute, traumi vascolari, …), la nostra AziendaOspedaliera rappresentando il Centro di riferimento regionale delle urgenze. Tale attività viene svolta h24 presso il Padiglione del DEA di II° livello.
La nostra attività chirurgica in elezione si effettua cinque giorni alla settimana. Tra le diverse patologie trattate alcune ne rappresentano l’attività principale.

Aneurismi aortici. Si tratta di una patologia che consiste nella dilatazione dell’aorta addominale o meno frequentemente toracica. Il rischio evolutivo che giustifica il loro trattamento è la rottura, complicanza spesso fatale. Attualmente la diagnosi è per lo più fortuita, nel corso di esami eseguiti di routine ovvero per la valutazione di altre patologie (ecografia addominale, angio-TAC). Più raramente la diagnosi è secondaria alla comparsa di una sintomatologia, quasi sempre premonitrice di una rottura imminente che deve condurre a un intervento in urgenza.
L’indicazione operatoria si basa sulle dimensioni, e talora sulla morfologia, dell’aneurisma il cui trattamento consiste nella sostituzione del segmento aortico dilatato con una protesi sintetica. Le modalità possono essere un intervento chirurgico a cielo aperto, ovvero un trattamento meno invasivo endovascolare. La scelta tra le due diverse modalità terapeutiche comporta un’attenta valutazione dell’anatomia dell’aneurisma da un lato, delle aspettative di vita e delle comorbidità del paziente dall’altra. Cruciali sono pertanto il ruolo dell’angio-TAC per la valutazione anatomica dell’aneurisma e la stratificazione del rischio cardiologico, tenuto conto della prevalenza elevata della cardiopatia ischemica nei pazienti portatori di aneurisma.

Relativamente alla scelta fra il trattamento endovascolare e quello chirurgico a cielo aperto, in questi ultimi anni nel nostro Centro, non diversamente da quanto riportato nelle esperienze più significative della letteratura, il trattamento endovascolare è divenuto la prima opzione terapeutica. Peraltro, per quanto più complesso, il trattamento chirurgico convenzionale a cielo aperto continua a essere da noi praticato nei casi in cui il trattamento endovascolare risulti controindicato ovvero a maggior rischio per un’anatomia sfavorevole.

Patologia obliterante degli arti inferiori

Consiste nell’ occlusione acuta o più frequentemente progressiva delle arterie che irrorano gli arti inferiori. Le conseguenze cliniche delle forme croniche consistono in difficoltà di deambulazione, talora estremamente invalidanti (“claudicatio intermittens”), ovvero nella comparsa di dolori a riposo o di lesioni trofiche (ulcerazioni) la cui evoluzione verso una gangrena può condurre all’amputazione dell’arto. Particolarmente grave può essere il quadro clinico di un’arteriopatia periferica nei pazienti diabetici. La diagnosi si basa per lo più su un esame eco-Doppler richiesto per la comparsa di una sintomatologia e può essere utilmente confermata e precisata da un esame angio-TAC. L’ indicazioni operatoria viene posta in funzione della sintomatologia clinica e il trattamento può consistere o in una procedura percutanea endovascolare, ovvero in un intervento chirurgico a cielo aperto.
Le procedure percutanee endovascolari, meno invasive, consistono nel dilatare le arterie ostruite con dei cateteri muniti di palloncini che vengono poi ritirati, ovvero lasciando nei segmenti arteriosi dilatati delle “retine metalliche” (stent) che aiutano a conservare la pervietà dei vasi dopo la loro dilatazione. Il trattamento chirurgico a cielo aperto consiste nel ripristinare la circolazione negli arti inferiori creando dei condotti di sostituzione (bypass) con l’impiego di materiali sintetici (protesi), ovvero delle vene del paziente.
La scelta tra le due diverse modalità terapeutiche richiede, ancora una volta, un’attenta valutazione da un lato della sintomatologia e delle comorbidità del paziente, dall’altro della sede,
natura, e estensione delle lesioni. Attualmente la prima opzione terapeutica nel nostro Centro è rappresentata dalle procedure endovascolari per il loro carattere mini-invasivo, ma riserviamo ancora il trattamento chirurgico convenzionale a cielo aperto nei casi in cui il trattamento endovascolare sia controindicato, ovvero nei casi in cui sia responsabile di complicanze o di insuccessi immediati o a distanza.

Patologia carotidea

Il restringimento (“stenosi”) del lume delle carotidi, le arterie principali che irrorano il cervello, è il più delle volte secondario a placche di aterosclerosi che si formano in seguito all’addensamento di tessuto fibroso esuberante e/o all’ accumulo di grassi e di calcio nella parete dell’arteria. Tali “stenosi carotidee” possono essere all’origine di episodi di ischemia cerebrale che si manifestano con un deficit neurologico del lato opposto, dell’occhio dello stesso lato o della parola, talora transitorio (TIA), talora definitivo (ictus), con quadri clinici più o meno gravi e invalidanti o anche con exitus del paziente. La diagnosi di “stenosi carotidea” è spesso fortuita nel corso di esami eco-Doppler richiesti di routine, ovvero in seguito alla comparsa di sintomi clinici di ischemia cerebrale.
Le indicazioni al trattamento devono tener conto della presenza o meno di una sintomatologia clinica (stenosi “sintomatiche” e stenosi “asintomatiche”), e dell’entità del restringimento,
espressa in termini di riduzione percentuale del lume dell’arteria (ad esempio “stenosi del 70%”). Altri criteri di valutazione, seppur meno rigorosi, possono essere tenuti in conto nel definire l’indicazione terapeutica (caratteristiche della placca in funzione della sua composizione, età del paziente, comorbidità, …). La diagnosi si basa su una valutazione eco-Doppler, il più delle volte completata con un esame angio-TAC dei tronchi epiaortici, o da almeno un secondo esame eco-Doppler concordante.
Il trattamento può essere una procedura percutanea endovascolare di angioplastica con stent, ovvero un intervento chirurgico di “endoarteriectomia”, che consiste nell’aprire l’arteria, disostruirla rimuovendo la placca e quindi richiuderla. La scelta tra le due diverse modalità terapeutica è in taluni casi obbligata, in altri casi va adattata al singolo paziente in funzione di numerosi parametri.

Nel nostro Centro vengono eseguite entrambe le modalità terapeutiche secondo le linee guida della letteratura.

Chirurgia delle varici. Le varici degli arti inferiori consistono in una dilatazione delle principali vene superficiali (safene) e delle loro vene collaterali, secondaria al mancato funzionamento dei loro apparati valvolari e conseguente stasi nelle estremità inferiori del sangue che non riesce a risalire verso l’alto. Tale stasi è all’origine di una sintomatologia più o meno invalidante agli arti inferiori (pesantezza, tensione, crampi,…) e può rendersi responsabili di complicanze quali una trombosi delle varicosità (“varicoflebite”), ovvero di un’ulcera.
La diagnosi si basa su un esame eco-Doppler, indispensabile per confermare o meno il funzionamento del circolo venoso profondo, quello di gran lunga più importante, e per meglio identificare il disfunzionamento del circolo venoso superficiale.

Il trattamento può consistere in un intervento di ablazione chirurgica delle vene dilatate (“stripping” della safena, flebectomie.
Allegati per approfondimenti
Prestazioni erogabili
legatura di vene perforanti, …), ovvero nella loro occlusione endoluminale con la radiofrequenza o con il laser.

Nel nostro Centro le modalità terapeutiche adottate sono l’ablazione chirurgica delle varicosità ovvero la loro occlusione con la radiofrequenza.

Chirurgia degli accessi vascolari per emodialisi. Eseguiamo accessi vascolari con tecniche anche avanzate in pazienti emodializzati.

Attività didattica-formativa
La nostra Unità Operativa partecipa alla rete formativa della Scuola di Specializzazione in Chirurgia Vascolare dell’ Università degli Studi Federico II di Napoli

 

LA UOC FORNISCE LE SEGUENTI PRESTAZIONI:
1)Trattamento endovascolare e a cielo aperto (chirurgia convenzionale open) delle patologie arteriose periferiche aneurismatiche e obliteranti:
– Aneurismi dell’aorta toracica e addominale e delle arterie iliache
– Aneurismi delle arterie periferiche (poplitee, femorali, carotidi)
– Aneurismi delle arterie viscerali (splenica, epatica, tripode celiaco,
mesenterica, renali)
– Lesioni obliteranti periferiche (stenosi o occlusioni aorta, arterie iliache, asse
femoro-popliteo, arterie di gamba)
– Lesioni obliteranti dei tronchi sovra-aortici (stenosi carotidee, vertebrali,
succlavie, tronco arterioso anonimo)
– Chemodectomi latero-cervicali (tumori del glomo carotideo e affini)
– Sindrome dello stretto toracico superiore
– Accessi vascolari per emodialisi
2)Trattamento dell’insufficienza venosa superficiale
3) Amputazioni maggiori e minori degli arti
4) Ambulatorio esterno per consulenze relative alla diagnosi e al trattamento medico e/o chirurgico delle patologie vascolari periferiche arteriose e venose
5) Esami eco-Doppler

U.O.S. Chirurgia Vascolare d’Urgenza Responsabile Dr. Giuseppe Foschini

 

 
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